Belli, canterini e portatori della primavera: i colibrì sono piccoli ma bellissimi uccelli che potrebbe essere bellissimo veder svolazzare nel proprio giardino o sul balcone di casa. Peccato che… in Italia non siano diffusi come in America e non si possano ammirare, se non nelle oasi protette o comunque in cattività.
Uccelli o insetti?
Nel nostro Paese, è più che altro diffusa la sfinge-colibrì, che non è un uccello, bensì un insetto che somiglia a una falena. Quale eccellente impollinatore, passa rapido dalle foglie di valeriana rossa al caprifoglio, quindi è possibile avvistarlo soprattutto nelle zone boschive e difficilmente nel proprio giardino di casa, a meno di non trovarsi in aperta campagna.

Chi vive oltreoceano, però potrebbe voler sapere come attirare il più vicino possibile questi uccellini, mentre chi si trova qui in Italia, desidererebbe stupire questa incredibile falena per ammirarla anche solo per un istante, visto che in comune con gli uccelli ha di sicuro la rapidità nel volo da un punto all’altro.
Per i colibrì americani, basta preparare un gustoso nettare che attirerà certamente gli esemplari più giovani, che tendono a nutrirsi molto spesso durante il giorno. La ricetta ideale è uno sciroppo di acqua e zucchero messo sul fuoco a sobbollire finché non caramella. Lasciato raffreddare, sarà un pasto goloso da succhiare da un alimentatore rosso!
La nostra sfinge-colibrì
A vederla, sembra davvero un passerotto che però è autoctono solo in Nord America. Le antenne e la cosiddetta “spirotromba” ne fanno un insetto davvero peculiare, il cui avvistamento suscita stupore e meraviglia. Va anche specificato che ama i periodi caldi tra primavera ed estate, quindi meglio cercarlo in queste stagioni.

Si tratta di un Lepidottero che è diffuso nell’area mediterranea, ma anche in Eurasia e predilige proprio aree subtropicali o simil come queste. Un’altra particolarità che rende la falena molto simile all’uccellino è la capacità di sbattere le ali rapidamente, ma di restare pressoché immobile sospeso a mezz’aria.
Si tratta di un insetto affascinante, quindi, che ha molte analogie con l’uccello, ma al contempo ha abitudini diverse. Attirare la sfinge colibrì significa avere un giardino fiorito che rappresenta per lei un banchetto eccezionale, in quanto impollinatrice provetta, ma prestando attenzione alle varietà che preferisce per darle in pasto ciò che le piace.
I miei fiori preferiti!
Questo affascinante lepidottero adora tutto ciò che produce nettare, preferibilmente in quantità discrete: ad esempio i gelsomini, che sono anche profumatissimi e sono davvero bellissimi da far arrampicare sia in giardino, che in un semplice balcone casalingo con un po’ di spazio per questo splendido fiore. E poi la lavanda.

Anch’essa molto profumata, deve avere un nettare dall’aroma insostituibile per la falena colibrì, che se ne potrebbe nutrire con grande golosità. Primule, verbene e gerani donano colori accesi durante le belle stagioni e sono anch’esse tra le piante preferite dalla falena. Persino il cardo è un buon modo per attirarla.
Se si amano le piante aromatiche e si usano per cucinare, un piccolo orto in vaso è una sorpresa golosa per il colibrì: il rosmarino col suo odore pungente, la salvia dall’aroma inconfondibile e tutto cià che possa produrre fiori dalla corolla lunga e sottile in cui la nostra sfinge possa nutrirsi.
Le abitudini della sfinge colibrì
Come molte falene, anche la sfinge colibrì è un insetto notturno, ma non si può scorgere solo ed esclusivamente nelle ore serali o al buio. Quale impollinatrice, è attiva persino durante il giorno, consentendo quindi di ammirarla in tutta la sua bellezza. Ovviamente, è pur sempre un insetto di tipo selvatico e non va spaventata.

Se si sente minacciata, potrebbe diventare aggressiva o fuggire, tuttavia vale la pena specificare che non è tossica o dannosa per l’uomo. Se si ama guardarla, è sempre meglio farlo a distanza per rispettare i suoi confini, ma se non la si apprezza, non va scacciata malamente o addirittura uccisa. Fa parte dell’ecosistema come molti altri insetti.
Il suo scopo è ovviamente impollinare, ma il fatto che possa deporre le sue uova anche su colture come melanzane e altri ortaggi, per molti coltivatori potrebbe di sicuro rappresentare un problema. In questo caso, invece che attirarle occorre limitare la presenza di fiori che la ingolosiscano, in modo da preservare il raccolto senza danneggiarla.