I diverticoli del colon
Un problema comunissimo
Se immaginiamo il colon come la camera d’aria di una bicicletta, i diverticoli sono paragonabili a piccoli rigonfiamenti che si formano in alcuni punti a causa di un cedimento della parete per l’elevata pressione interna. I diverticoli possono formarsi in tutto il colon ed avere dimensioni e numero variabili; più spesso, però, si localizzano nell’ultimo tratto, il “sigma”, dove vige una maggiore pressione interna.
La formazione dei diverticoli è favorita da un’alimentazione povera di fibre e ricca di grassi, carni, cibi raffinati e conservati, tipica dei paesi industrializzati. A conferma di ciò, i diverticoli sono quasi sconosciuti presso i popoli dell’Africa e dell’America latina, la cui dieta è più ricca di alimenti integrali. Ma la presenza dei diverticoli si lega anche all’età, interessando un terzo della popolazione oltre i sessant’anni per la graduale perdita di elasticità della parete del colon, mentre è piuttosto rara sotto i quarant’anni. Oltre ad alimentazione ed età, altri fattori di rischio sono la familiarità, l’obesità e la stitichezza, così come la vita sedentaria e l’abitudine a ritardare l’evacuazione.
La maggior parte dei pazienti con diverticoli non ha sintomi
Ci si accorge della loro presenza solitamente per caso, nel corso di indagini eseguite con altre finalità (ad esempio un’ecografia addominale) o un’indagine specifica sul colon (colonscopia) praticata per ricercare le cause di una sintomatologia addominale ricorrente o di un’alterazione nell’evacuazione delle feci. Nei casi in cui il riscontro è casuale si parla di “diverticoli del colon”; se invece i diverticoli creano una sintomatologia si parla di “malattia diverticolare del colon”.
I sintomi sono generalmente simili a quelli riscontrabili nella sindrome del colon irritabile, la cosiddetta “colite spastica”: dolori saltuari localizzati soprattutto nella parte inferiore sinistra dell’addome corrispondente al sigma, gonfiore addominale ed irregolarità nell’evacuazione (soprattutto stitichezza).
La malattia diverticolare può complicarsi con l’emorragia o con l’infiammazione del diverticolo e la sua perforazione: in quest’ultimo caso si è in presenza di una “diverticolite”, che richiede cure specifiche, spesso in regime di ricovero ospedaliero.
Fortunatamente solo una limitata percentuale di coloro che hanno i diverticoli sviluppano le complicanze sopra citate.
Una dieta di fibre è il fattore di prevenzione più importante
Poiché la diverticolosi è causata dall’aumento della pressione interna del colon, spesso favorito dal ristagno di feci dure e secche, il primo obiettivo della dieta è quello di rendere le feci più soffici e voluminose, in modo da facilitare il transito intestinale e l’evacuazione. Un simile risultato si può ottenere con una dieta ricca in fibre, che hanno la proprietà di aumentare il loro volume, assorbendo i liquidi. La dieta ‘mediterranea’, ricca com’è di verdura, frutta fresca e legumi, è una fonte di fibre particolarmente buona, e sfata la leggenda che semi e semini rappresentino un rischio per i diverticoli! E’ invece sconsigliata una dieta prevalentemente a base di cibi raffinati, di grassi e proteine animali e comunque di alimenti che tendono a fermentare nell’intestino. Naturalmente è di grande aiuto nella prevenzione un’attività fisica regolare, poiché la vita sedentaria rallenta le funzioni intestinali.
La crusca: un valido aiuto
Tra gli alimenti che per ricchezza di fibre possono offrire un buon aiuto nella prevenzione e nel trattamento della diverticolosi, vi è la crusca di cereali, specialmente quella non raffinata. Alle dosi consigliate, cioè di 20-30 grammi al giorno, non dà in genere benefici immediati; all’inizio può anzi accentuare il gonfiore addominale ed allungare i tempi di digestione. E’ perciò opportuno giungere alla dose gradualmente, cominciando con l’assumere cinque grammi al giorno nella prima settimana per passare a dieci nella seconda, quindici nella terza e così via. Occorre tenere presente, inoltre, che la crusca svolge al meglio la sua azione se associata a quantità abbondanti di liquidi (almeno due litri al giorno), che possono aumentare il volume fino a dieci volte.
Per quanto sia benefica, non tutti amano la crusca, né a tutti è consigliata. Chi soffre di disturbi digestivi ‘alti’, coma la malattia da reflusso gastro-esofageo, lo svuotamento rallentato dello stomaco o malattie della colecisti, dovrebbe evitarla e sostituirla con fibre liquide o mucillagini a base di agar, psylium o metilcellulosa e glucomannano. Recentemente sono stati introdotti probiotici, in pratica batteri vivi come lattobacilli e bifido batteri, che producono acido lattico e hanno la capacità di svilupparsi nell’intestino migliorandone la funzionalità (soprattutto l’evacuazione), proteggendolo dalle infiammazioni e riducendo il meteorismo. Utili, anche se meno efficaci rispetto ai probiotici in capsule o buste, gli yogurt arricchiti con probiotici.
E’ opportuno far ricorso a farmaci oltre alla dieta?
La dieta, il movimento e il più recente uso di probiotici riducono generalmente la necessità di far ricorso a farmaci nella malattia diverticolare. Il loro utilizzo, naturalmente sotto controllo medico, può limitarsi agli antispastici nel caso di saltuari dolori addominali, a farmaci che combattono le stipsi più resistenti o ad antibiotici da impiegare nel caso di insorgenza della diverticolite.
L Unione Sarda - Collana : La Cucina Sarda Della Salute
Volume 7